Guida al Porto

Il Porto è uno dei più grandi vini del mondo ma, benché stia iniziando ad avere riscontro anche nel nostro Paese, c’è ancora molta incomprensione in merito a questo vino liquoroso, estremamente diffuso nel Regno Unito e in Francia, oltre che nella sua terra natia, il Portogallo.
In questa breve Guida al Vino Porto mi soffermerò sulle svariate tipologie esistenti, onde favorire un consumo più consapevole di questo celebre vino, per poi focalizzarmi sul Vintage, massima espressione del Porto in quanto tale.

Le tipologie

Quella del Porto è una famiglia piuttosto variegata che si esprime in differenti tipologie:

– White (Bianco): vini molto giovani, concepiti come aperitivo estivo, maturano in media 2-3 anni e sono composti da uve dolci o secche, in base all’indicazione in etichetta. Molto economici e facilmente reperibili, rasentano il gradino più basso della gerarchia, se così vogliamo definirla. Ovviamente, non necessitano la decantazione.

– Rosé, meglio noto come Pink: ugualmente concepito come aperitivo, nato recentemente (dal 2008) e non prodotto da tutte le aziende. Vino leggero e fruttato, tecnicamente prodotto come il Ruby ma fermentato come un vino Rosè. Non necessita decantazione.

– Ruby: Porto ugualmente giovane, con maturazione di 3 anni in botte. Non evolve in bottiglia, è commercializzato per il pronto consumo ed è la tipologia di Porto più venduta. Sono vini molto dolci, di colore rosso rubino (indi il termine Ruby), estremamente beverini ma non complessi. Rasentano ugualmente un’espressione entry-level. Esistono delle Riserve con periodi di maturazione maggiore e ben più eleganti. Il costo è molto contenuto. Non necessita la decantazione.

– Tawny: vini ottenuti mediante le stesse uve del Ruby. La differenza è nella maturazione che avviene in botti più piccole da 550 litri, le quali favoriscono il contatto del vino con il legno. In seguito a tale contatto, il vino perde il colore rosso rubino per divenire più sfumato ed ambrato (Tawny, appunto). È un vino meno dolce del Ruby, caratterizzato da presenza di frutta secca tostata, quali noci e nocciole, ma anche cioccolato fondente. Come le due tipologie precedenti, è pronto per il consumo e non continua ad evolvere in bottiglia. Non necessita la decantazione.

– Aged Tawny: identici al Tawny come produzione, con la differenza che la permanenza in botte è estremamente più lunga: rispetto ai 3 anni del Tawny base, questi vini maturano per un lasso di tempo pari a 10, 20, 30 o 40 anni. Non evolvono in modo significativo in bottiglia, ma il loro grado di complessità varia in base all’età e alla bravura del produttore. Una volta aperti mantengono le proprie caratteristiche per un periodo di 3-4 mesi. Particolarmente gradevoli quelli imbottigliati da Graham’s, Dow’s, Warre’s, Fonseca, Taylor’s. Non necessitano la decantazione e sono dotati, come tutte le tipologie precedenti, di un comodo tappo stopper, anziché di uno in sughero tradizionale. Possono essere eccezionalmente sontuosi, pur non rasentando la complessità dei Vintage.

– Colheita: uno stile piuttosto raro, il cui termine significa vendemmia, è costituito da un Porto Tawny invecchiato realizzato con uve di una singola annata. Per legge, i Colheitas dovrebbero maturare in botti di legno per almeno sette anni ma, nella prassi, tendono ad essere invecchiati per un periodo ben più lungo. Non è infatti difficile trovarne di 30, 40 e persino 50 anni. È un vino imbottigliato per il pronto consumo e, una volta aperto, mantiene le proprie caratteristiche per un lasso di tempo mediamente lungo, come nel caso degli Aged Tawny. In etichetta, vengono indicate generalmente l’anno di vendemmia e quello di imbottigliamento. Un vero peccato che sia poco diffuso: spesso offre la ricchezza aromatica e gustativa di un Tawny invecchiato, accanto a tratti di autentico Porto Vintage. Per completezza, vi segnalo che anche i Madeira di singola annata vengono definiti Colheita. Non incappate quindi nell’errore.

– Vintage Character: lo riporto a titolo di completezza, dato che nel 2002 l’Istituto do Vinho do Porto ha abolito tale denominazione. Essenzialmente dei Ruby premium, non hanno significative somiglianze con un reale Vintage e, ovviamente, sono molto più economici. Composti da una miscela (o, se preferite, blend) di uve diverse e di più annate, vengono fatti maturare in botti di legno di generose dimensioni per un lasso di tempo fino a 5 anni, per poi essere imbottigliati. Non evolvono in bottiglia e sono concepiti per un pronto consumo. Pur non essendo capolavori di complessità, rasentano una discreta alternativa al più economico e monotematico Ruby.

– Crusted: stile diffuso principalmente nel Regno Unito, è così definito per la presenza di un notevole sedimento sul fondo della bottiglia (crusts). È essenzialmente un Ruby non filtrato, composto da un blend di più annate, e necessita la decantazione, oltre al filtraggio con apposito imbuto per rimuovere l’eccesso di sedimento. Sono vini molto gradevoli, dal costo generalmente abbastanza contenuto.

– Late Bottled Vintage (o LBV): sono vini di singola annata ma, a differenza del Vintage che esamineremo tra poco, sono concepiti generalmente per un pronto consumo: invecchiano in botte per un lasso di tempo compreso tra i 4 e i 6 anni, per poi essere imbottigliati. Nel primo caso (4 anni), hanno una leggera evoluzione in bottiglia, nel secondo caso (6 anni), no. Sebbene qualcuno suggerisca la decantazione per la prima tipologia, essa non è obbligatoria. Sull’etichetta, così come nei Vintage, viene riportato l’anno della vendemmia e quello dell’imbottigliamento. Con un costo medio, rasentano un’alternativa più economica, benché qualitativamente non comparabile, ai Vintage. Sostanzialmente, sono stati concepiti come vini che, tentando di rimembrare i Vintage, fossero tuttavia disponibili per il pronto consumo. Immaginateli come Porto Ruby di singola annata, con qualche tratto comune ai Vintage, ma non aspettatevi la medesima complessità.

– Vintage Port: il pinnacolo della produzione di Porto, benché ne costituisca una percentuale decisamente ridotta. Solo il 2% del Porto può fregiarsi della denominazione Vintage. Sono vini di singola annata, prodotti nelle annate ritenute qualitativamente eccezionali, maturano 2 anni in botte per poi continuare ad evolvere in bottiglia. L’evoluzione può essere estremamente lunga, portando a risultati impagabili per l’assaggiatore. Necessita assolutamente di decantazione, nonché di relativo filtraggio del sedimento. Sulla conservazione e sulla degustazione mi addentrerò tra poco. Per ora, aggiungo che sono vini estremamente sontuosi, suprema espressione del terroir e realizzati con la massima cura e in modo poco frequente. In media, in un decennio vengono dichiarati solo tre Vintage. Espressioni con almeno 15-20 anni di età possono essere apprezzate già ora (come ad esempio le memorabili annate 1963 e 1985, dichiarate da tutti i produttori), per altre dovrete essere pazienti. Nulla vi vieta di consumarlo subito, ma potreste perdervi la complessità e lo spettacolo che questo vino ha da offrire. Ripenso ad esempio alla strepitosa 1994, di cui ho fortunatamente una bottiglia residua. Pur essendo già eccelsa ora, ci si aspetta che la sua evoluzione possa continuare fino al 2035…
La bottiglia presenta il tappo di sughero classico e, una volta aperta, deve essere consumata entro 4-5 giorni. Anche prima, nel caso di un Vintage molto datato. 

– Single Quinta Vintage Port: sono Vintage prodotti con uve provenienti da una singola tenuta (Quinta). Non sempre le annate coincidono con le medesime in cui viene dichiarato un Vintage ma, anzi, sovente sono differenti annate. Dal momento che il Vintage viene prodotto con una miscela di uve delle varie tenute di ogni produttore, mentre il Single Quinta no, capita che anche in annate non ritenute meritevoli di essere dichiarate Vintage, vi siano rilasci di questo tipo, essendoci un raccolto eccezionale di una singola tenuta che ne giustifichi la realizzazione. Spesso sono vini estremamente eleganti, che rivaleggiano in complessità con i migliori Vintage. È il caso di quelli prodotti da Quinta do Vesuvio o da Quinta do Malvedos di Graham’s, per citarne alcuni. Necessitano decantazione e le stesse accortezze riservate ai Vintage.

Terminato l’elenco degli stili di Porto, passo ora ad esaminare gli aspetti inerenti la conservazione e il consumo.

Conservazione

Il Porto deve sempre essere conservato in orizzontale, al riparo da fonti di luce esterne e in condizioni di temperatura non estreme ma bensì costanti e stabili. Un mobiletto senza vetri, posto in una stanza non umida, sarebbe l’ideale. Fortunatamente, non occorrono particolari accortezze per la preservazione di questo nobile vino. Ovviamente, quanto appena asserito, si riferisce particolarmente al Vintage pur essendo consigliabile anche per gli altri stili. I vini dotati di tappo stopper, quali gli Aged Tawnies o i Late Bottled Vintage, invece, possono liberamente essere conservati in verticale.

Degustazione

Port DecanterI Porto non Vintage non rasentano particolari difficoltà. Hanno generalmente un tappo stopper, non necessitano di decantazione e possono essere consumati, come ho già detto prima, in un periodo di tempo piuttosto lungo (3-5 mesi) prima di perdere in complessità aromatica e gustativa. Come consiglio personale, nel caso di Aged Tawny, vi consiglio di non superare i tre mesi dall’apertura. Per i Colheita e i Late Bottled Vintage, massimo 2-3 settimane. Discorso a parte merita il Porto Vintage. Questo vino presenta sempre un discreto ammontare di sedimenti, pertanto è d’obbligo la decantazione (necessaria anche negli LBV non filtrati, nei Crusted e nei Single Quinta Vintage Port).

Vi suggerisco di procurarvi un imbuto in acciaio con apposito filtro per i sedimenti. Prima dell’apertura, assicuratevi che la bottiglia sia collocata in verticale per diverse ore, onde consentire ai sedimenti di depositarsi. Per l’apertura, inserite delicatamente il cavatappi e rimuovete il tappo con attenzione. Eccessiva forza potrebbe portare alla rottura del sughero, con relativa problematica di residui nel vino.
In tal caso, non scoraggiatevi: basta utilizzare l’imbuto con filtro e versare delicatamente il vino nel decanter per la sua ossigenazione. In caso di Vintage molto vecchi, quest’ultima deve essere ben calibrata, onde evitare di rendere il vino fragile e scialbo. Qualora vogliate conservarlo in bottiglia per poi riassaporarlo nei giorni seguenti, travasatelo dopo aver ripulito la bottiglia dai sedimenti. Per sigillarlo, vi consiglio di utilizzare un tappo Vacuvin, che vi consentirà di asportare l’aria in eccesso.
Un’alternativa per l’apertura, ma leggermente più complessa, è quella di utilizzare le Port Tongs, delle vere e proprie tenaglie che vi consentiranno di asportare il collo della bottiglia con relativo tappo. Questa pratica comporta tuttavia che la pinza sia ben arroventata prima di procedere alla rimozione del collo, che deve essere fatta con precisione chirurgica e con un colpo ben deciso. Se non siete pratici, vi sconsiglio di evitare questa opzione e di procedere con la canonica rimozione.

Per quanto riguarda il bicchiere, è consigliabile utilizzare una Copita o un bicchiere a tulipano con gambo non molto lungo. La forma particolare del bicchiere, come visibile in foto, consente di apprezzare al meglio il vino, senza inondare troppo rapidamente le narici e, al contempo, preservando a lungo gli aromi.
La temperatura prescelta per il consumo dovrebbe essere tra i 15° e i 20°. Benché io consideri il raffreddamento del Vintage un’eresia, in estate non è infrequente per molti. Vi suggerisco di limitarvi a consumarlo in una stanza climatizzata, se la temperatura esterna è decisamente estrema.

Abbinamento

Il Porto è abbinamento d’elezione per dessert a base di cioccolata e frutti rossi ma anche per formaggi erborinati. È prassi, infatti, nei banchetti britannici di un certo rilievo, degustare il Porto Vintage con il celebre Stilton Blue. In ricevimenti particolarmente sontuosi, potrebbe capitarvi di vedere un’intera forma di Stilton scavata all’interno, in cui verranno poi versate le bottiglie, realizzando un amalgama molto intrigante.
Essendo tuttavia un immenso vino da meditazione, è possibile apprezzarlo anche in purezza, abbinandolo solo alla vostra anima. È ciò che suggerisco per Vintage particolarmente sontuosi e complessi.

Con questo, termina la mia breve guida. Spero di aver fugato i vostri dubbi in merito a questo celebre vino ma, qualora ci fossero domande, non abbiate timore a sottopormele commentando questo articolo. 

Per approfondimenti:

Rich, Rare & Red – A Guide to Port di Ben Howkins

Port and the Douro – Richard Mayson

Real Man Drink Port – Ben Howkins

Tutti i testi sono in lingua Inglese

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46 Responses
  1. Lamberto

    Ottima guida, succinta e completa. Ammetto la mia abissale ignoranza da chi ha sempre bevuto solo il Sandeman ed è stato felice come un bimbo quando dal Portogallo gli han portato un Porto bianco!

    1. Grazie Lamberto per i complimenti. Il discorso sarebbe ben più ampio, ma spero che questi cenni possano essere d’aiuto ai lettori. Prova un Aged Tawny o un Vintage, sarà difficile tornare indietro 😀

  2. Grazie Giuseppe per questo piccola (solo di nome) guida a questo interessantissimo vino! E’ da leggere e rileggere perché le informazioni sono davvero tante! (ora manca solo lo Sherry 😀 )

    1. Grazie mille Giorgio! E’ mio grande piacere cercare di informare le persone sui prodotti che esamino. Il discorso, tuttavia, non è sempre molto rapido. Sul Porto, ci sarebbe molto altro da dire ma rimando ai testi in materia per gli approfondimenti 🙂 In caso contrario avrei dovuto scrivere un saggio 😀 Sullo Sherry, cercherò di provvedere a breve. Idem per Whisky & Rum. Grazie ancora per aver trovato il tempo di scrivere un commento. Alla prossima!

      1. Francesca

        Potrei chiederle x favore suo parere su una bottiglia di porto in mio possesso, la ringrazio in anticipo.Francesca

  3. Simone

    Complimenti per la guida, molto interessante! Spero che giungano presto anche quelle dedicate agli altri spiriti.

  4. tobacco

    Quale abissale ignoranza (la mia)!
    Quindi il miglior Porto matura poco tempo in botte, il resto è solo l’evoluzione in bottiglia, non l’avrei mai detto, pensavo che funzionasse come nei distillati (whisky su tutto).
    Come dice Giorgio, attendo quella sullo sherry.
    Bravo!
    Alla prossima

    1. Ciao Alder, non dolerti! E’ una cosa che ignorano in molti….comunque, si, il Vintage, suprema espressione del Porto, deve molto del suo valore all’affinamento in bottiglia. Ovviamente, anche le uve giocano un ruolo fondmentale, dato che solo le migliori annate, accuratamente scelte, possono fregiarsi della denominazione Vintage. Gli Aged Tawny, valida opzione alternativa, hanno invece una lunga maturazione in botte e sono comunque piuttosto complessi, pur costituendo uno stile differente.
      Un po’ alla volta, inserirò una succinta guida anche inerente gli altri spiriti e vini fortificati.

      Grazie dei complimenti e a presto!

    2. Ottima esposizione! Che bella l’ignoranza quando può essere colmata dal sapere…
      Non ho mai bevuto porto ma ho sempre trovato affascinante la storia di questo vino.
      Tra qualche settimana mi recherò a Porto e mi sono ritagliato un paio di giorni per me.
      Approfittando della sua gentile cortesia, le chiederei un parere per una visita ad una cantina ed un consiglio su cosa acquistare. Come dicevo sono fornito di grande ignoranza in materia ma altrettanto grande volontà ad apprendere, pensavo di acquistare un Aged Tawny per non incorrere in grandi complicazioni, e per iniziare. Le chiedo se la valigia e il trasporto aereo possono danneggiare il vino?
      Anticipatamente la ringrazio e la saluto rinnovandole i complimenti.
      ..mauro.

      1. Salve Mauro,
        la ringrazio per il gentile commento. Le suggerirei di visitare, laddove fosse possibile, una tra Graham’s, Quinta do Vesuvio, Dow’s o Warre’s.
        Per l’acquisto del vino, restando sull’Aged Tawny, le suggerirei un 20 o un 30 years old delle aziende appena citate. (Eccettuata Quinta do Vesuvio, che produce solo Vintage). Non si preoccupi per il trasporto aereo, il vino non risulterà comprmesso. Si assicuri solo che arrivi a casa integro 🙂

        Cordialmente,
        Giuseppe

  5. riccardo

    Complimenti per le descrizioni. Da inesperto e da scarsissimo bevitore ho due timori. La breve premessa è la seguente: sono su queste pagine perché sto cercando un vino da meditazione per un dopo cena con libro importante, mi sto quindi indirizzando su un Porto. Tornando ai due timori: 1° Fare qualche pasticcio nella manovra di filtrazione (ad esempio come tolgo il deposito dal fondo bottiglia, cioè con cosa e come)per poi reintrodurre il vino in bottiglia . 2° vorrei che mi durasse almeno 2/4 mesi dopo l’apertura e tu se non sbaglio dici che i vintage non hanno questa durata una volta aperti. Grazie Saluti

    1. Ciao, grazie per i complimenti. Il problema del Vintage è che non puoi preservarlo oltre una settimana (al massimo) dopo l’apertura, onde evitare che diventi un vino scialbo e fragile. Per tutte le altre tipologie, invece, non hai questo genere di problema. Ti suggerirei pertanto un Aged Tawny (ad esempio il Graham’s 20 anni che trovi recensito nella sezione Porto) o un Late Bottled Vintage filtrato (Graham’s, Dow’s). Nel caso di un Vintage, dopo aver versato la bottiglia nel Decanter con apposito imbuto munito di filtro (o, volendo, usando un panno) la bottiglia deve essere lavata con acqua senza detergenti per rimuovere il residuo di sedimento. Solo allora, potrai procedere al travaso dal decanter.
      Sperando di esserti stato d’aiuto, ti auguro buona giornata.

      1. riccardo

        Grazie Giuseppe, certo che mi sei stato di aiuto con queste indicazioni mirate alle mie iniziali necessità . Ho comprato una LVB, non ho trovato il Graham’s , ma un Krhon 2007. Avevo la fregola di cominciare ad assaggiare 🙂 . Grazie anche delle indicazioni sul metodo di Filtraggio , adesso in ultimo ti chiedo (se possibile)un indicazione su dove effettuare buoni acquisti e a giusto prezzo . Grazie ancora e se non ti appesantisco credo che in futuro ti chiederò ancora .. Buona Domenica

        1. Figurati, è un piacere. Per quanto concerne gli acquisti, io generalmente mi rivolgo presso alcune enoteche fornite della mia zona o tramite alcuni store online. Il problema è che alcuni sono più forniti di una tipologia di distillati, laddove altri hanno Porto & Sherry. Uno store univoco non l’ho trovato, dipende cosa ti interessa. Prossimamente vedrò di aprire una sezione in cui raccogliere una serie di store online per meglio indirizzare gli interessati. A presto e Buona Domenica anche a te.

  6. Andrea

    Ciao, mi hanno regalato due bottiglie di porto bianco, uno sandman e l’altro Offley, pare siano state conservate dentro un mobile per circa 30 anni, almeno 25 di sicuro, pensi si possa bere?
    Grazie.

    1. Salve,
      il Porto ha un lungo margine di conservazione dopo l’imbottigliamento. Tuttavia, nel caso del Porto Vintage, il vino migliorerà in bottiglia nel tempo, raggiungendo un picco per poi iniziare lentamente a decrescere. Il bianco, essendo un prodotto molto giovane e non concepito per lungo affinamento, resta sostanzialmente immutato per un certo lasso di tempo, per poi divenire fragile. Dovrebbe essere tranquillamente bevibile, ma non ti aspettare grandi cose. E’ comunque il gradino più basso del vasto mondo del Porto, ed è concepito principalmente come aperitivo.Nella peggiore delle ipotesi, puoi aprile e assaggiare. Se risultano scialbe o troppo acidule, vorrà dire che ormai sono andate.
      Grazie del commento. Spero tornerai a trovarmi.

  7. Lorenzo

    Ottima guida, sintetica e completa. L’unico dubbio che ho è circa la temperatura indicativa del luogo in cui conservare le bottiglie di Porto.
    Il mobile di cui fai menzione nel testo, in quale stanza della casa potrebbe essere collocato?
    Grazie

    1. Ciao, l’importante è che sia posto in un luogo fresco, non è necessaria l’umidità della cantina. Anzi, l’indispensabile è evitare condizioni di eccessivo sbalzo termico, quindi evita di collocarlo vicino a un termosifone, ad esempio 🙂 Grazie per il complimento!

      1. Antonio

        Leggo solo ora questa interessante e completa, seppur breve, descrizione del Porto.
        Ho un dubbio e chiedo consiglio. Ho una bottiglia di Churchill’s LBV del 2016. È relativamente giovane, mi chiedo quindi se sia necessario aspettare, e quanti anni ancora prima di poterlo provare.
        Grazie!

        1. Buongiorno Antonio, grazie in primo luogo per i gentili complimenti. Venendo alla domanda: essendo il LBV realizzato per il pronto consumo, potrà berlo quando più le aggrada. Differentemente dai Vintage, i LBV non hanno una significativa evoluzione in bottiglia, anzi nella maggior parte dei casi è del tutto assente, proprio per la tipologia di prodotto, così concepita dalle case produttrici.
          Spero di aver fugato i suoi dubbi. Per qualsiasi cosa, non esiti a scrivermi nuovamente.
          Buona giornata!

  8. Domenico

    Ciao, io sono stato a Porto qualche hanno fa ed ho bevuto un Taylor’s 30 anni e un Vintage abbastanza giovane, credo un 2007…
    Qui tutta la mia esperienza sul porto.
    Tra i Vintage che hai bevuto ce n’è qualcuno che consigli?
    Grazie

    1. Ciao, diversi tra quelli che consiglio sono recensiti nella sezione “Porto” del Sito. Ti consiglio, tra le varie etichette, Graham’s, Quinta do Vesuvio, Dow’s, Warre.
      Per i Vintage, ottime annate sono la 1963, la 1985, la 1994 ma anche le più recenti 2000, 2007.
      Per gli Aged Tawny, il 20 y.o. di Graham’s ha un eccellente rapporto qualità/prezzo. Sublimi anche il 30 e il 40 y.o, ma dal costo decisamente più elevato.
      Grazie per il commento. Spero tornerai a trovarmi!

    2. Ciao,
      per i Vintage, ti consiglio quelli prodotti da Graham’s, Quinta do Vesuvio, Warre’s, Taylor’s e Fonseca. Per le annate ancora reperibili e bevibili già ora, ti consiglio 1985 e 1994. Andando indietro, sicuramente è di rilievo assoluto la 1963, ma anche 1980 non è affatto malvagia. Tra i Vintage più recenti, sicuramente 2000 ma anche 2007. Trovi le recensioni dei prodotti che finora ho esaminato nell’omonima sezione del Sito.
      Ah, Quinta do Vesuvio generalmente rilascia Vintage ottimi anche in annate non dichiarate sufficientemente adatte da altri produttori. Dato tuttavia l’elevato potenziale di miglioramento del vino in bottiglia, ti suggerisco di attendere per berli, laddove prendessi annate molto recenti.
      Grazie per il commento, spero troverai a trovarmi!

  9. Maria Luisa Cicero

    Salve, posseggo 3 bottiglie di porto Barros Ruby , da circa 25/30 anni . Ne’ sullo scatolo né sulla bottiglia è riportato l’anno di produzione , c’è solo il numero di serie. Si può risalire all’annata ?
    Grazie

    1. Salve, se è del comune Porto Ruby, non ha un annata. Si potrebbe risalire al periodo di imbottigliamento ma impiegando solo il numero di serie è piuttosto complesso, non essendoci un database relativo. L’annata, se esplicitamente indicata, designa un Porto Vintage. Ad ogni modo, i vecchi ruby non differiscono in modo significativo da quelli odierni: sono vini di fascia economica, senza particolare spessore.
      Cordialmente,
      Giuseppe Napolitano

      1. Pietro Urciuoli

        Mi associo ai complimenti di tutti gli altri e ti pongo due domande relative agli LBV e ai Colheita. La prima. Una bottiglia di LBV o Colheita, ad esempio, del 2000, acquistata oggi devo consumarla subito o posso conservarla ancora per qualche anno? In questo secondo caso la qualità migliora col tempo (come per i Vintage), peggiora o è del tutto indifferente? Seconda domanda. Mi sembra di aver capito che una bottiglia di Vintage una volta aperta deve essere consumata nell’arco di pochi giorni, mentre tutte le altre tipologie (tra cui anche LBV e Colheita) una volta aperte possono essere consumate anche nell’arco di 3-5 mesi; ho inteso bene?
        Ti ringrazio in anticipo e di nuovo complimenti!
        Pietro

        1. Ciao, grazie per i complimenti. Rispondo subito alle tue domande: I LBV non migliorano in modo significativo con l’invecchiamento in bottiglia, nei Colheita invece tale miglioramento è più sensibile ma comunque non pari a quello di un Vintage. Complessivamente, restano sostanzialmente immutati. Nei vecchi Colheita tuttavia, il miglioramento può avvenire in modo evidente, pur se dopo un certo periodo inizia a decrescere. Per quanto riguarda la consumazione, i Colheita e i Late Bottled Vintage possono essere bevuti con maggior calma rispetto ai Vintage, ma dipende anche dalle annate. Generalmente consiglio di non superare le due settimane. Nel caso degli Aged Tawnies, invece, puoi tranquillamente attendere fino a 2-3 mesi senza notare deterioramenti sensibili.
          Cordialmente,
          Giuseppe

  10. marco

    buongiorno, vorrei sapere se il numero di serie riportato sul sigillo delle bottiglie di porto può essere utile per determinare l’anno di imbottigliamento. se si dove trovo riferimenti?. Grazie

  11. Bruno

    Ciao e grazie per le informazioni utilissime, volevo chiederti un parere e un paio di consigli.
    Possiedo una bottiglia di Porto Vintage 2005 della Real Companhia Velha, portatami da Lisbona da un amico alcuni mesi fa su mia richiesta, dato che me ne ero innamorato in un viaggio a Lisbona. Infatti in quell’occasione, in un ristorante eccezionale, mi era stato servito in abbinamento ad un formaggio portoghese (l’Azeitao), facendomi innamorare sia del vino, sia del formaggio. In attesa della giusta occasione lo sto conservando nella mia cantina, che però non è propriamente il top, dato che ha un’oscillazione annua dai 16 ai 22 gradi di temperatura, con una media annua sui 19, con un’umidità fra il 60 e l’80%.
    Il parere che ti chiedo è sulla bottiglia e sul produttore; i consigli, invece, riguardano la sua conservazione (distesa, nel suo astuccio in legno, come sto facendo ora, o in piedi), la durata di quest’ultima per evitare che la mia cantina non perfetta lo rovini, e la degustazione. Ultimissimo consiglio: in un’enoteca vicino casa hanno i Porto Graham’s e Noval, sono quasi tutti LBV ma anche qualche Tawny con indicazione d’età: che mi consigli di fare se mi andasse di comprare qualche bottiglia?
    Ti ringrazio infinitamente e cordialmente
    Bruno

    1. Ciao Bruno, in primo luogo grazie per il commento.
      Ti suggerisco di conservare la tua bottiglia in orizzontale, l’oscillazione termica non è tutto sommato così eccessiva e la bottiglia dovrebbe mantenersi in buone condizioni. Evita ovviamente fonti di luce dirette.
      Per quanto concerne il Porto in sé, non ho avuto modo di provare espressioni della Real Companhia Velha e quindi non posso darti un personale giudizio. Non dovrebbe tuttavia essere malvagio, dai commenti che leggo in rete.
      Graham’s e Quinta do Noval realizzano generalmente espressioni eccellenti. Potresti prendere in considerazione i LBV come alternativa “quotidiana” ai Vintage, e un Tawny 20 anni di Graham’s come variazione. Considera che gli Aged Tawny possono essere consumati anche nell’arco di alcuni mesi. Il 30 e il 40 hanno qualcosina in più, ma volendo fare un’analisi qualità/prezzo, ritengo che il 20 y.o. sia il migliore del range. Il 10 magari lascialo perdere, troppo giovane…
      I Tawny infatti rendono a dare il meglio dopo un invecchiamento sostenuto.
      Spero tornerai a trovarmi! Buona giornata!

  12. Guido

    Ciao Bruno
    dopo aver consumato Ruby acquistato in supermercato, mi è capitato di leggere la tua rubrica e vorrei fare un salto di qualità. Ho trovato un sito internet portoghese che propone, anche a prezzi contenuti, una gran varietà di prodotti. Ma tanti……
    Da un lato mi stupisco di tale produzione, dall’altra mi chiedo come scegliere un LBV o un Tawny fra tanti. Consigliami, come pure dammi un’indicazione sulle fascie di prezzo per vini di qualità ma non necessariamente da degustatore. Tra l’altro ho trovato un porto d’Alba….
    Grazie.
    P.S. Bello abbinare la degustazione del porto…..con il proprio io!

    1. Ciao Guido,
      se vuoi salire di livello, ti consiglio di prendere dei Late Bottled Vintage o degli Aged Tawnies. Se proprio vuoi, potresti anche approcciarti ad un Vintage, che prima o poi sarà il passo obbligato.
      Tra LBV ti consiglio Graham’s, Dow’s, Warre’s, Taylor. Per gli Aged Tawnies, ti suggerire il 20 years old di Graham’s, più complesso del 10 ma molto simile in struttura al 30, costando tuttavia la metà.
      Complessivamente, i migliori produttori sono quelli che ti ho enumerato.
      Ovviamente, nei Vintage la situazione cambia, dal momento che esistono tenute che realizzano solo ed esclusivamente Vintage.
      Ah, dimenticavo, prendi in considerazione anche Quinta do Noval.

      Si, la degustazione del Porto abbinata unicamente alla propria anima è un’esperienza possibile con vini particolarmente memorabili…mi riferivo ai Vintage 🙂

      Buona Domenica,
      Giuseppe

  13. Alessio

    Sono appena rientrato dal Portogallo dove ho visitato un paio di cantine (Ferreira e Quinta do Bomfim); loro consigliano di conservare il Porto in orizzontale per evitare che il tappo di secchi (Ferreira, fra l’altro, ha vini molto vecchi e sono tutti conservati in orizzontale).
    Può darsi che non vi sia una regola ferrea.

    1. Gentile Alessio,
      grazie al suo commento ho notato un errore nella pubblicazione dell’articolo. Si, ha ragione, il Porto Vintage deve, al pari di altri grandi vini, essere conservato in orizzontale. Non mi ero accorto di aver inserito “verticale” al posto di “orizzontale”. Al contempo, quelli dotati di tappo stopper come gli Aged Tawnies ed i Late Bottled Vintage, vanno conservati in verticale, essendo i tappi non interamente di sughero.
      Prima dell’apertura, invece, come scritto nel paragrafo successivo, occorre mettere la bottiglia in verticale per almeno 24 ore, onde consentire il deposito dei sedimenti tipici di questo grande Vino!
      Grazie per la segnalazione.

      P.S. E’ tuttavia vero che alcune importanti riviste come Wine Spectator suggeriscano la conservazione in verticale.

  14. Emilio

    Grazie per l’esaustiva presentazione.
    Regalerò una bottiglia di Aged Tawny oggi stesso ad una estimatrice che spero voglia condividerla con me.

  15. Roberto

    Buon giorno e grazie per le informazioni, vorrei porti una domanda, quando spieghi le varie differenze parli di vini della stessa annata e questo e’ chiaro, ma in alcuni casi parli di uve della stessa annata, e’ possibile avere uve di annate differenti? Grazie mille

    1. Salve Roberto, grazie per il commento. Nel caso dei Crusted e dei Vintage Character, vengono miscelate uve di più annate differenti. Nel Vintage e negli altri stili, no. Sempre uve della stessa annata, la quale, nel caso del Vintage o dei Single Quinta, viene riportata in etichetta. Considera poi, che per la realizzazione del Porto, vengono impiegate diverse varietà di uva. Spero di aver risposto in modo chiaro al tuo quesito, se dovessi avere altre domande, non esitare a chiedere.
      Presumo tu ti riferissi a questo mio passo sul Vintage Character: Composti da una miscela (o, se preferite, blend) di uve diverse e di più annate, vengono fatti maturare in botti di legno di generose dimensioni per un lasso di tempo fino a 5 anni, per poi essere imbottigliati.

  16. Riccardo Spagna

    Ciao Giuseppe,
    Volevo chiederti cosa pensi dell’ LBV Sandeman. Io l’ho trovato veramente ottimo ma non ho ancora avuto modo di provare quelli che tu consigli.
    Grazie in anticipo per la tua risposta

    1. Ciao Riccardo,
      purtroppo non ho provato il LBV di Sandeman. Laddove dovessi procurarmelo, ti farò senz’altro sapere. Il Ruby base in vendita presso la GDO ricordo fosse abbastanza basilare, ma è naturale in Porto di quel tipo. Un caro saluto!

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