Informazioni:
Tipologia: Highland Single Malt Scotch Whisky
Provenienza: Highlands- Scozia
Volume alcolico: 43%
Prezzo consigliato: 400 euro.
Reperibilità: Molto bassa, prodotta negli anni ’70 e distribuita in Italia da Moccia.
Cenni storici e osservazioni personali:
Torno ad aggiornare questo spazio, parlandovi di un’espressione proveniente da una distilleria ormai defunta: Glen Mhor 10 y.o. , imbottigliato per Moccia (Ferrara) nel primo lustro degli anni ’70 del secolo scorso.
Glen Mhor è una distilleria purtroppo rimasta operativa per meno di un secolo. Fondata nel 1892 ad Inverness, è stata chiusa nel 1983, anno di grande crisi nel settore del whisky che vide la chiusura di altri nomi illustri (Brora, Port Ellen e Glenugie, per citare le più rilevanti) dell’industria.
Tuttavia, i suoi rari malti godono di un certo consenso da parte di estimatori e collezionisti.
L’espressione oggetto della recensione odierna fu distribuita in esclusiva per l’Italia ed è oggi molto rara. Grazie al Collector’s Corner allestito presso l’ultima edizione di Spirit of Scotland, dispongo oggi di un generoso sample da provare per voi.
Menzione d’onore per Salvatore Mannino, Brand Ambassador della Mason du Whisky e anfitrione dell’angolo per collezionisti, che mi ha fornito interessanti informazioni sull’imbottigliamento.
Note Degustative:
Aspetto: Ambra chiara con riflessi dorati
Olfatto: Molto erbaceo e primaverile, con violetta, fiori di campo e margherite. Si evolve molto delicatamente su note di granturco, fiocchi d’avena e vaniglia. Ravvisabile un cenno di torba, “femminile” ma presente. Con il tempo, emerge un’inusuale nota di finocchio, accompagnata da un guizzo di anice stellato.
Olfatto molto gradevole, pur non rasentando l’eccellenza.
Palato: Imbocco secco e molto pepato, si apre successivamente con note balsamiche di menta ed eucalipto. Compare un buon legno, accanto a della torba che, come nell’olfatto, resta delicata ma presente.
Amalgama di tè verde e nero, fiori di camomilla, violetta…molto delicato, senza alcun dubbio. Compare una timida calendula, mista a issopo.
Finale: Non molto lungo ma piuttosto gradevole: cereali, torba e note speziate da tè.
Un buon malto dei bei tempi andati. Non rasenta la perfezione ma è un gradevole esempio della lavorazione pre-massiccia industrializzazione. Un finale più sostenuto e una maggiore vivacità del palato, avrebbero consentito di inserirlo nell’Olimpo dei grandi malti.