Tipologia: Italian Mountain Rye Whisky
Provenienza: Trentino Alto Adige – Italia.
Volume alcolico: 43,2%
Prezzo consigliato: 60 euro.
Reperibilità: Media, release di 1978 bottiglie. Ancora disponibile dal produttore e da rivenditori specializzati.
Di recente, ho fatto diverse escursioni virtuali nel territorio del whisk(e)y statunitense, non escludendo il Rye. Come ben saprete, quest’ultimo è un tipo di whisky che, nel disciplinare americano, prevede un mashbill che contiene almeno il 51% di segale. Generalmente, per la restante parte vengono impiegati altri cereali, tra cui ovviamente mais ed orzo maltato.
Fatta questa rapida premessa, oggi mi trovo ad esaminare un unicum nel panorama produttivo italiano: un Rye realizzato con il 100% di segale, particolarità già piuttosto rara anche nelle espressioni nordamericane. Fautori di quest’imbottigliamento sono sempre gli stimati distillatori di Villa de Varda che, come ho avuto modo di raccontarvi nella recensione immediatamente precedente, di recente hanno immesso sul mercato la propria gamma di whisky “di montagna”.
Differentemente dalle altre tre release, che presentano ciascuna un finish differente (abete rosso delle Dolomiti, Ex-Amarone ed ex-Passito di Pantelleria), il Rye è stato interamente maturato, per 6 anni, in botti di rovere vergini.
La segale proviene da una coltivazione antica, posta ad alta quota a circa 1000 metri d’altezza. Imbottigliato al 43,2%, questo whisky è stato rilasciato in 1978 bottiglie.
Un Rye decisamente interessante, dicotomico ma non disarmonico. Mentre l’olfatto è prevalentemente influenzato da note dolci e fruttate, il palato tende infatti a rimembrare maggiormente i classici Rye, con note balsamiche ed erbacee più accentuate. Confermo quanto precedentemente detto sul progetto “InQuota” e, al contempo, promuovo ampiamente quest’imbottigliamento. Per un differente parere, vi rimando alla sapiente opinione degli amici di WhiskyArt.