Informazioni:
Tipologia: Demerara Rum.
Provenienza: Contea del Demerara – Guyana Britannica
Volume alcolico: 57,2%
Prezzo consigliato: 200 euro.
Reperibilità: Bassa, disponibile presso aste o rivenditori specializzati.
Cenni storici e osservazioni personali:
Molti di voi conosceranno El Dorado per le classiche referenze costituite dal 12 anni, dal 15 y.o. e dal 21 (quest’ultimo, recensito tempo fa). Ebbene, l’unica distilleria superstite della regione del Demerara, dalla quale proviene peraltro una delle migliori varietà di canna da zucchero del Mondo, ha realizzato anche alcuni imbottigliamenti speciali, annoverati nella “Rare Collection”.
Oggi avrò modo di parlarvi dell’El Dorado 21 y.o, distillato con l’alambicco Enmore nel 1996 ed imbottigliato nel 2017, per poi essere distribuito nel Belpaese da Velier.
Enmore è un alambicco speciale, essendo l’unico Coffey Still ancora in legno esistente al mondo ed operativo fin dal lontano 1880.
L’espressione è stata imbottigliata a grado pienissimo, ben 57,2%. La maturazione è interamente avvenuta nel clima tropicale della Guyana.
Analogamente alla release Enmore (di cui, nel mentre, vi è stato un successivo rilascio), El Dorado ha provveduto a realizzare anche imbottigliamenti distillati con gli altri alambicchi di sua proprietà: Diamond, Versailles e Port Mourant.
Concepiti come espressione massima dei singoli alambicchi, possono essere pienamente definiti Single Still Rum.
Ovviamente non sono rum economici, considerata anche la rarità.
Tuttavia, da estimatore dei rum del Demerara, non posso certo esimermi dal parlarne.
Note Degustative:
Aspetto: Ambra intensa.
Olfatto: Massive note fruttate, prevalentemente tropicali, con intenso ananas ma anche tracce di liquore al cocco che ben si fondono a una succosa albicocca matura e ciliegia vivida. Notevole cacao amaro, accanto a un sontuoso caffè espresso. Nonostante l’elevata gradazione, l’alcol non è affatto percepibile ed, anzi, ottimamente integrato. Continua con effluvi di cannella, zucchero di canna caramellato, senza tralasciare un buon biscotto alla vaniglia.
Con acqua, riverbero della ciliegia e del caffè.
Palato: Di corpo pienissimo, promana una sontuosa ciliegia in infusione alcolica con massiccio cioccolato fondente (una versione “potenziata” del popolare Mon Cherì). Frutta ugualmente presente, con una vivace albicocca, ma anche un sentore agrumato che è ben più che sfumato. Gran Marnier. Ancora, piacevoli banane acerbe. Gradevole presenza di olive verdi.
Con acqua, sostanzialmente immutato, salvo l’enfatizzazione del “Mon Cherì”.
Onestamente, lo preferisco senza, anche per l’olfatto.
Finale: Lungo, innestato su cioccolato fondente, caffè espresso, ciliegia, albicocca, frutta tropicale.
Eccellente rum, con nessun difetto annoverabile in ogni comparto. Lo preferisco in purezza, essendo nobilmente elegante e con un tenore alcolico che, seppur importante, non è affatto fastidioso ed anzi, sostiene un profilo organolettico di spessore.
Peccato non sia facile da reperire, ma le sue qualità sono indubbie. Non una mera trovata commerciale, ma un rum che ben evidenzia le indiscusse qualità dell’alambicco Enmore.