lagavulin 16Informazioni:

Tipologia: Islay Single Malt Scotch Whisky

Provenienza: Isola di Islay – Scozia

Volume alcolico: 43%

Prezzo consigliato: 80 euro.

Reperibilità: Alta, disponibile da rivenditori specializzati.

 

Cenni storici e osservazioni personali:

La felice terra Scozzese ha differenti zone di produzione, il whisky che recensirò oggi proviene dalla piccola isola di Islay, situata al largo della costa occidentale della Scozia. I whisky di Islay sono i più torbati dell’intera produzione, con distinte note iodate e, talvolta, medicinali.

La distilleria Lagavulin, situata in una stupenda baia e vicina a quella del “cugino” Laphroaig, è operativa dal 1816 e vanta pochi imbottigliamenti, tutti di elevata qualità. Contrariamente a quanto credono molti baristi e gestori Italiani, la pronuncia corretta è “Laggavoolin” non Lagàvuliin (provate a chiedere in Scozia, nel migliore dei casi si limiteranno a correggervi…), e il nome deriva dal Gaelico lag a’mhuilin che, tradotto significa: Il mulino della piccola valle.

Passando ora al nostro Whisky, il prodotto che vi propongo oggi è il più classico e reperibile di tutta la produzione: Lagavulin 16 anni.

Personalmente, porto questo whisky nel cuore. Non nascondo che è uno dei miei preferiti oltre ad essere il primo Single Malt che, diversi anni fa, assaggiai. Fu amore a prima vista, un sodalizio continuato negli anni dato che posso dire di averlo degustato in infinite occasioni. Tuttora lo bevo con frequenza, e posso consigliarvi lo stesso, ricordandovi però la moderazione.

Passo ora ad estrarre la stupenda bottiglia dalla sua scatola verde e finalmente esamino questa perla di Islay.

Aggiornamento 23/02/2019: Come i più assidui lettori sapranno, non è mia abitudine rivedere annualmente i malti ad elevata diffusione, come nel caso del Lagavulin 16. Alcuni recensori, tendono infatti a scrivere annualmente una nuova recensione per l’imbottigliamento corrente. Io ho preferito optare per l’articolo unico, segnalando eventuali aggiornamenti all’interno dello stesso, laddove riscontrassi variazioni qualitative. L’articolo che state leggendo è stato redatto nel 2012, ed era riferito a batch di Lagavulin 16 dei primi 2000. Negli anni, il livello qualitativo è variato, pur restando il Lagavulin 16 un malto eccezionale (in base alla mia modesta opinione) nonché il mio daily dram preferito. Alla luce delle variazioni, volendo fare una media tra i batch, la valutazione complessiva, in termini numerici, è abbassata da 96 a 92. La precedente valutazione numerica resta immutata per i batch rilasciati negli anni 2003-2010. 

Aggiornamento 05/02/2022: Recentemente il Lagavulin 16 anni è stato sostituito, nella GDO, dal più giovane Lagavulin 8 anni. Al contempo, il prezzo di vendita è mutato, passando dai 50/55 euro, agli attuali 75/80 euro.

Note Degustative:

Aspetto: Mogano.

Olfatto: Odore salmastro e di alga marina. Fumoso e torbato, con una punta di vaniglia e un sottile velo di dolcezza, all’olfatto comunica sensazioni uniche. È come se inducesse una disperata voglia di essere a casa, dove per “casa” intendo un luogo dove non sono mai stato prima. È come se si fosse ottenuto qualcosa a cui si è anelato a lungo.

Palato: Fumo e torba invadono il palato. La torba è evidente, irrinunciabile, ma non così persistente come in un Ardbeg o in un Laphroaig. È elegante, sottile, pervade chi lo assapora in un’estasi di potenza. Successivamente si colgono note più dolci, come marmellata d’arancia, sherry e un retrogusto salmastro, iodato. È cremoso, oleoso. Un connubio di sapori mai contrastanti ed anzi integrati in un risultato eccezionale. Con aggiunta di acqua, diventa più “gentile”, mantenendo però complessivamente inalterata la sua magnificenza ed eleganza. Personalmente, lo preferisco senza.

In una frase: Profondo come l’oceano!

Finale: Lunghissimo, quasi infinito. Pieno e ristoratore!

Un classico senza tempo. L’epitome di un whisky di Islay, con un rapporto qualità/prezzo assolutamente impressionante! Trasposto in musica, potrebbe essere “La Grande Porta di Kiev” di Mussorgskij. Abbinamento ideale: Gustatelo da meditazione (non è mai sbagliato) oppure abbinatelo a del cioccolato fondente o, infine, ad un buon sigaro cubano (ad esempio: Montecristo n.2).

Voto:92/100

Riconoscimenti

I seguenti riconoscimenti sono stati attribuiti da "Il Bevitore Raffinato"

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62 Responses
  1. Grazie per l’apprezzamento. Continui a seguire il sito, potrà trovare altre recensioni che spero possano interessare. Al momento, può trovare anche quella del 12 anni Special Release. Lagavulin, un whisky semplicemente superbo!

  2. Simone Cecchi

    Complimenti per il sito, spero che possa crescere ancora.
    Sul Lagavulin che dire, è anche uno dei miei preferiti (ottima la versione distiller’s Edition).

    1. Grazie per i complimenti e per il gradito commento. La Distiller’s Edition ha un carattere diverso, così come il 12 anni ma restano comunque validissimi prodotti! Spero che lei possa continuare a seguirmi!

  3. AMERIO DALL'AGATA

    Fin’ora ho solo bevuto grappe che arricchivo con vari tipi di frutta, ultimamente ho anche assaggiato il rum Zacapa 23 anni che considero notevole. poi mi hanno regalato un LAGAVULIN 16 anni e..non riesco piu a bere il resto. Questo whisky e’ una cosa sublime. Ho iniziato a documentarmi su internet su questo mondo per me nuovo e questo sito mi e’stato utilissimo. Complimenti sig. Napolitano e con un pizzico di invidia La saluto cordialmente.

    1. Gentile Sig. Dall’Agata,
      la ringrazio per i complimenti che mi ha rivolto. Questo portale è frutto di una mia passione personale e mi ha fa molto piacere quando si rivela utile agli altri, desiderosi di maggiori informazioni. Il Lagavulin 16 anni è per me il miglior whisky nella sua fascia di prezzo nonchè uno dei migliori in assoluto, frutto di dedizione e passione di esperti distillatori. Ovviamente, potrebbe anche prendere in considerazione la prova di altri torbati di Islay, come l’Ardbeg Ten o l’Uigeadail o il Lagavulin 12 Special Release che viene prodotto ogni anno in tiratura limitata e commercializzato ad un prezzo decisamente interessante. Spero che troverà ulteriori spunti per proseguire il suo percorso degustativo: provare di persona è l’unico modo per comprendere appieno quale distillato rasenti il proprio gusto. Da parte mia, continuerò a tenere aggiornato il sito, proponendo sia prodotti più comuni, che rarità. La saluto cordialmente e le auguro una buona serata!

  4. Simone Cecchi

    Visto che stiamo parlando forse del più famoso torbato del mondo,ti volevo chiedere se hai avuto modo di provare i torbati della distilleria Benriach(i 3 della linea fumosus).Leggendo un pò di recensioni c’è chi li paragona come qualità proprio al Lagavulin ma non sono facilissimi da trovare in Italia.
    Poi ammesso che tu non lo conosca già ti volevo segnalare un whisky che ho acquistato di recente,lo Smokehead un giovane torbato di Islay dall’ottimo rapporto prezzo/qualità (si aggira sui 30€).E’ un torbato molto intenso con “spigoli” da smussare dovuti io penso alla giovane età ma in generale mi ha stupito.

    Un saluto e buone degustazioni
    Simone

    1. Certo che ho provato i Benriach, molto interessanti ma a mio parere differenti come carattere dal Lagavulin 16 y.o. Certo, se solo lo facessero Cask Strength…ho avuto modo di provarne un campione in distilleria ed è decisamente spettacolare. Indubbiamente, anche la versione standard rasenta un elevato livello qualitativo, quasi da “benchmark” per molti whiskies. Lo Smokehead l’ho provato, concordo sul buon rapporto qualità/prezzo. Il mondo del whisky è affascinante, ci sono sempre nuovi imbottigliamenti da provare, non si finisce mai 🙂
      Un caro saluto e grazie per il commento!
      Giuseppe

  5. Paolo

    Ottimo whisky soprattutto perchè adoro gli whisky smoked… Mi chiedevo se potevi consigliarmi altri whisky smoked… Ho provato un Laphroaig Qa Cask (scusa l’ignoranza!) e l’ho trovato interessante… grazie!

    1. Per i torbati, il principale punto di riferimento è l’isola di Islay. Se ti piace il Lagavulin 16, credo troverai molto interessanti anche il 12 e la DE, entrambi recensiti sul sito. Su un range di torbatura più elevato ci sono gli Ardbeg e ti consiglio particolarmente il Ten e l’Uigeadail, che mantengono un livello qualitativo uniforme nel tempo. Molto buoni anche i giovani Kilchoman e, se desideri una torbatura estrema, gli Octomore di Bruichladdich. Tutto questo, senza dimenticare Bowmore, ugualmente interessante e, ovviamente, Laphroaig. Il 15 y.o., non più in produzione ma ancora reperibile online a prezzi purtroppo un po’ più alti, resta un buon esempio di whisky di gran classe, con una torbatura molto elegante. Il successore, il 18 y.o., è un whisky diverso ma comunque apprezzabile. Ti consiglio quindi di leggere le recensioni dei whisky di queste distillerie che ho già pubblicato, altre arriveranno in seguito.
      Buona Giornata e Grazie del commento!

  6. Sandro SCELLA

    Sicuramente il 16 years old è ottimo. Ho, tuttavia, da poco terminato una bottiglia di Lagavulin 1987 Distillers Edition double matured pedro ximenez sherry cask regalatami da un collega.
    Splendida. Una esplosione di sensazioni. Impareggiabile. Peccato per il prezzo.

    1. Salve,
      concordo con Lei: le Distillers Edition sono in genere molto buone, tra le espressioni migliori tra i whiskies con finish in botti ex-vino (in questo caso, Sherry). Sul sito, può già trovare le recensioni delle ultime due DE rilasciate sul mercato che, in sincera verità, ho gradito molto!
      Grazie per il Suo commento. Spero tornerà a visitare il sito!

  7. marco

    Ciao,
    complimenti per le tue recensioni molto accurate e dettagliate….
    ti contatto per un consiglio…
    amo il lagavulin 16, il suo aspetto, il suo profumo lo rendono insostituibile per il mio palato…
    pero’ vorrei provare altri prodotti ma che siano piu’ o meno delle stesse caratteristiche…
    magari qualche prodotto anche meno commerciale da poter degustare..
    quindi mi rivolgo a te per un prezioso consiglio….
    ovviamente resterei sempre su un torbato…. grazie mille.

    1. Ciao Marco,
      in primo luogo, grazie per i complimenti e per il commento. Cerco di fare del mio meglio, da semplice appassionato quale sono.
      Rispondendo alla tua domanda, se apprezzi molto il Lagavulin 16, rimanendo nella gamma dei torbati con caratteristiche simili ti consiglierei in primis il Lagavulin Distiller’s Edition, un 16 anni con finish in Botti di Sherry (trovi sul sito la recensione delle ultime due edizioni). In aggiunta, anche il Lagavulin 12, più “potente” del 16 in quanto a torbatura e gradazione ma ugualmente elegante e deciso (sul sito ho recensito la 2008 e prossimamente ne arriveranno altre, l’ultima edizione è decisamente ottima).
      Passando ad altre distillerie, ma rimanendo comunque nell’alveo dei torbati, non posso che consigliarti le espressioni Uigeadail di Ardbeg e anche il Corrywreckan (il primo l’ho recensito, il secondo ancora no).
      I Bowmore hanno una torbatura più sottile, ma sono ugualmente interessanti. Ti consiglierei l’ottimo (per me, almeno) Bowmore di Hidden Spirits, imbottigliatore italiano con release molto limitate (nello specifico, di questa espressione ho curato le tasting notes ufficiali) ma, ahimè, è sold out.
      Torbatura possente, non per tutti, la trovi invece negli Octomore di Bruichladdich ma, ti avviso, è veramente estremo come dram, pur essendo di elevata qualità.
      Consigliabilissimi anche il Caol Ila 12, i Batch Cask Strength di Laphroaig (troverai più facilmente quelli più recenti in rete, io ne ho recensiti due) e, in verità, anche i prodotti della “neonata” Kilchoman.
      Particolarmente, io ho gradito il Loch Gorm, che trovi tranquillamente in rete presso il sito del distributore Italiano.
      Uscendo da Islay e approcciando a Campbeltown, il mio suggerimento va sul Longrow prodotto da Spingbank. In particolare, ti segnalo il nuovo Red con maturazione integrale in botti di Porto ma ugualmente torbato. Esperimento peculiare e di grande qualità (io ne ho prese due bottiglie). E’ stato prodotto in tiratura limitata, trovi i dettagli nella mia recensione.
      Questo, per quanto riguarda gli imbottiglaimenti ufficiali.
      Quelli indipendenti sono una marea e ti consiglierei di orientarti su prodotti provenienti da Islay imbottigliati da marchi del calibro di Silver Seal, Wilson & Morgan (entrambi Italiani) o da Cadenhead’s. Tutte queste espressioni si trovano online, presso i relativi store. Ovviamente, dipende anche dal tuo budget: imbottigliamenti particolarmente invecchiati hanno infatti un prezzo decisamente più alto.
      Resto a tua disposizione per eventuali chiarimenti!
      Buona Giornata!

  8. raffaele

    Ciao Giuseppe ,alcuni anni fa mi hanno regalato una fantastica bottiglia di Lagavulin 16 y-o ( come dici te ) da quel momento di altri whiskies non li voglio sentire nominare ( purtroppo non sono un intenditore ) , ora ho visto il Lagavulin del 1994 credo che o Babbo Natale o la Befana me lo porteranno . Complimenti e grazie x quello che scrivi

    1. Ciao Raffaele,
      in primo luogo, grazie del gradito commento. Il Lagavulin 16 è per me una piccola gemma: qualità sempre altissima nel tempo, a un prezzo d’eccezione.
      Se ti riferisci al Lagavulin del Feis Ile, è un po’ raro trovarlo ma, qualora riuscissi nell’intento, ne varrà certamente la pena. Ne ho preso una bottiglia direttamente su Islay, dopo aver avuto modo di assagiarla. Eccellente imbottigliamento. Ah, se adori Lagavulin, potresti provare anche il 12 (gradazione più elevata, carattere diverso ma ugualmente intrigante) o, più simile al 16 classico, la Distiller’s Edition. Quella del 2013 l’ho gradita particolarmente. Ovviamente, il mondo dei torbati è estremamente variegato, ti suggerisco di esplorare anche altre frontiere se ne hai occasione (rimanendo ugualmente fedele al Laga :D).
      Grazie dei complimenti e Buona Serata!

  9. Stefano

    Salve, premetto che non mi ritengo in grado di valutare le sfumature dei whisky come fate Voi Sommelier , ma..mi impegno.Ho letto il Tuo articolo e cosi mi sono recato a comprare una bottiglia di Legavulin 16 anche perché mancava nel mio reparto single malt .Sono un fedele ed entusiasta estimatore del Laphroaig 10 (budget limitato) e cercndo qualcosa di “diverso”ma simile, sono passato dal Oban 14 al Caol Ila 12 e devo ammettere che sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo Legavulin sopratutto dal sapore , un po meno dall’olfatto che ho trovato un po sotto le aspettative, ma forse ho avuto troppa fretta, comunque decisamente è un whisky che rimarrà tra i miei preferiti.
    Ho una predilezione per i Single Malt dal 1980 quando un collezionista mi regalò due bottiglie di Macallan datate 1953 e 1954 che….non ho conservato ahimè…. ma erano qualcosa di stupendo.
    Grazie per i suggerimenti e in alto i…calici.
    Stefano

    1. Salve,
      mi scuso per il ritardo nella risposta ma sto avendo problemi con la rete internet. Detto questo, preciso di non essere un sommelier, ma un appassionato con una discreta esperienza alle spalle 🙂 La ringrazio per il gradito commento e sono lieto che la mia recensione le sia stata utile. Il mondo del whisky è un piacevole viaggio, ricco di soprese ed emozioni. Potrà sempre cimentarsi nel tentare di cogliere le differenze tra un prodotto e l’altro, scoprire nuovi aromi e sapori. Concordo con Lei: certamente i Macallan che ha citato saranno stati imbottigliamenti di grandissimo spessore, ben lungi dalle più recenti espressioni.
      Spero continuerà ad apprezzare il sito.
      Giuseppe

  10. Felici Luigi

    Grazie a questa recensione mi sono avvicinato al mondo degli Islay, e non posso che ringraziare il Sig. Napolitano per questo. Da neofita dello scotch avevo già provato alcuni dei single malt scotch whisky più “blasonati” e soprattutto più reperibili (Talisker 10,Oban 14, Cragganmore), ma quando ho assaggiato il Lagavulin 16, con la sua torbatura equilibrata al suo palato complesso, sono rimasto davvero impressionato. Per non parlare del rapporto qualità/prezzo grazie al quale è diventato la prima scelta irrinunciabile del mio homebar, facendo felici anche diversi miei amici. Recensione davvero ben fatta!

    1. Salve,
      grazie a Lei per il prezioso commento. E’ sempre un piacere apprendere che, grazie a degli articoli che ho pubblicato, gli utenti scoprono e apprezzano prodotti inizialmente a loro ignoti. Lagavulin è indubbiamente un whisky di grande spessore e mirabile eleganza, Le consiglio di provare anche la Distiller’s Edition e il 12 anni.
      Buona Giornata!

  11. Giovanni Gagliardi

    Salve,
    è da molto tempo che seguo il suo blog, lo trovo un’inesauribile fonte di informazioni sia per neofiti che per esperti. Sul Lagavulin 16, che dire? E’ un imbottigliamento eccellente, nonostante abbia provato numerosi malti in circa 10 anni di percorso conoscitivo, questo resta in assoluto il mio preferito. Complimenti per la stupenda recensione! Condivido ogni singola parola.

    Giovanni

    1. Salve Giovanni,
      grazie per il gradito commento. Mi fa molto piacere che gli utenti lascino dei “feedback” inerenti la loro esperienza sul Sito. E’ un modo per conoscere le impressioni altrui e condividere conoscenza. Spero tornerà a trovarmi!
      Credo proprio che mi concederò a breve un dram di Lagavulin 16 🙂
      Saluti!

  12. Daniel PC

    Ho assaggiato oggi per la prima volta questo whisky. Qualcosa di fantastico. Il suo profumo mi ricorda quando andavo da piccolo in ospedale accompagnare il mio padre che è medico… profumo di iodo. Ho viaggiato nel tempo veramente. Grosse soddisfazioni.

  13. LuckyG

    adoro questo scotch, rappresenta il mio stacco giornaliero dal dovere, ottimo per la meditazione!
    off-topic: come mai non hai recensito neanche un johnnie walker?

    1. Eh si, il Lagavulin è sempre sontuoso.
      La gamma Johnnie Walker arriverà prossimamente: dal basilare Red fino al Blue, passando per il Black, l’introvabile (ormai) Green e Gold! Purtroppo il tempo è tiranno e questo Sito, per quanto cerchi di curarlo, non è il mio lavoro 🙂

    2. Eh si, il Lagavulin è sempre sontuoso.
      La gamma Johnnie Walker arriverà prossimamente: dal basilare Red fino al Blue, passando per il Black, l’introvabile (ormai) Green e Gold! Purtroppo il tempo è tiranno e questo Sito, per quanto cerchi di curarlo, non è il mio lavoro 🙂

  14. Mauro

    Buongiorno Giuseppe.Complimenti per il sito e per le tue recensione.Naturalmente anch’io adoro il Lagavulin 16.
    Sono curioso e vorrei farti due domande,sempre se sarai così gentile da rispondermi.
    Come prima domanda vorrei chiederti i tuoi tre whisky preferiti,aldilà della fascia di prezzo (magari specificando l’ordine) e come seconda domanda se potresti consigliarmi un whysky al di sotto dei 100 euro,reperibile normalmente,che tu ritieni che si debba assolutamente degustare.Grazie mille.

    1. Salve, grazie per i complimenti 🙂

      Rispondendo alle tue domande:
      1)Non credo di poter enumerare i tre whisky preferiti. Sicuramente ho una predilezione per alcune espressioni, tra cui il Lagavulin 16 oggetto di questa recensione. Posso dirti che ho trovato eccellente il Bowmore Bicentenary, diversi Port Ellen, Brora, Glenugie, vecchi Macallan, dei Royal Brackla molto invecchiati, dei GlenDronach…ed altro ancora. Non credo di potermi limitare solo a tre 🙂
      2)Per rispondere alla tua domanda, dovrei conoscere meglio i tuoi gusti. Deduco, dal commento, che ami i torbati. Per quella tipologia di whisky, ti consiglio di provare il Lagavulin 12 (una delle ultime release va benissimo), il Lagavulin Distiller’s Edition (stesso discorso, prezzo simile) e il Talisker 18. Anche Ardbeg Uigeadail o Corrywreckan sono, per me, molto piacevoli. Sempre su Islay, Bunnahabhain 18.
      Per altre tipologie di whisky scozzesi, credo sia decisamente interessante provare dei GlenDronach. A quel prezzo, trovi 15,18 e 21. Il 18 non lo preferisco, gradisco maggiormente 15 (tuttavia ritirato dal mercato ma ancora disponibile presso alcuni negozi online) e il 21. Certo, i Single Cask sono ancora più espressivi, ma superi quella fascia di prezzo. Considera che ho elencato solo prodotti “ufficiali” ma trovi grande appagamento tra gli indipendenti, imbottigliati spesso a grado pieno e provenienti da singola botte.
      In sintesi, c’è un mondo da esplorare…non limitarti a pochi prodotti.
      Se hai altre domande, sono a tua disposizione!
      Grazie per il commento e buona giornata!

      1. ENNIO TAFURO

        Buonasera Giuseppe, complimenti per le tue recensioni che sono molto utili sia per i più esperti, come confronto, sia per i principianti come me che all’inizio non sono in grado di “spacchettare” le caratteristiche di ciascun tipo di Whisky.
        Volevo chiederti un consiglio su come imparare a distinguere i gusti che contraddistinguono i whisky, come ad esempio PERA MATURA, FRUTTA SECCA, CARAMELLO, MIELE etc. etc.
        Io riesco a percepire solo questo che spiego qui di seguito:

        CAOL ILA – Provato solo una volta per poter dare un giudizio, ma mi ricordo che aveva un gusto particolare e penso che dovrei riprovarlo ora che conosco meglio altri whisky.

        TALISKER SKYE – Prevale un forte gusto di affumicato , bacon, pepe, ma lo trovo meno particolare e più semplice di Lagavulin, Ardbeg e Laphroaig che ho provato, forse perchè è più giovane di questi.

        LAPHROAIG 10 – Si sente all’inizio l’affumicato, la torba e erbe, alghe marine o medicinali. Poi esce fuori un certo gusto di caffè macinato e delle note dolci che no riesco a definire. Mi sembra abbastanza equilibrato, ma non come Lagavulin 16.

        LAGAVULIN 16 – Quando lo assapori, la prima sensazione è quella che ci si trova d’avanti a qualcosa di importante, equilibrato nei gusti, doppio, non so come spiegarlo.
        I gusti non sono molto lontani da laprhoaig, ma escono man mano senza “picchi”, cioè in modo gentile, non aggressivo, ed oltre ai gusti comuni ad altri, ossia torba affumicata, alghe, pepe etc, si avverte un gusto di terra.(possibile?)

        ARDBEG – Forse il più particolare di tutti (non dico il più buono), ma a differenza di tutti quelli citati prima, che hanno un gusto più doppio al palato, Ardbeg appena lo bevi è più sottile (non so questo ha un nesso con il fatto che non sia ambrato, ma più chiaro).
        Il gusto si sprigiona all’inizio in due botte che partono nel naso, prima un fort gusto di torba e affumicatura, e poi un’ondata di erbe e alghe marine e pepe. Poi in seconda battuta, ma meno forti, partono altri gusti (non riesco a distinguerli), tra i quali sento sempre tipo chicchi di caffè.
        In definitiva ritengo l’Ardbeg il più particolare, mentre Lagavulin il più equlibrato e godibile.
        Attendo con ansia una tua risposta.
        Saluti.
        Ennio

        1. Salve Ennio, in primo luogo, grazie per il tuo commento e per le tue mini-recensioni!
          Rispondendo alla tua domanda: purtroppo non vi è un modo per insegnare alle persone a percepire gli aromi. Dipende principalmente dalla tua esperienza personale, dal tuo olfatto e dal tuo palato. Non ti nascondo infatti che ai primi tempi, ormai 14 anni fa, anch’io non riuscivo a percepire ciò che ravviso ora.
          Indubbiamente, conta avere un approccio “aperto” e avvicinarsi al prodotto non con la semplice idea di berlo ma, appunto, di degustarlo. Converebbe avere un ambiente assente da odori o comunque ventilato al punto di rimuovere eventuali odori particolari, un bicchiere trasparente e la giusta predisposizione mentale.
          Gli aromi che ravvisi, dovresti poi confrontarli con qualcosa che già ben conosci (es. pere, mele, banane), se presenti. Ovviamente, per far ciò, devi oltrepassare la soglia dell’alcol che, quando sei alle prime armi, può essere decisamente “coprente”. Nel tempo, dovresti riuscire a cogliere nuove sensazioni ed essere più preciso con i descrittori.
          Tuttavia, preciso, è sempre una situazione molto soggettiva e personale. L’unica cosa che può aiutarti è la pratica. In rete vendono anche dei kit di aromi per aiutare il degustatore in sede olfattiva, tuttavia non li ho provati. Chissà, forse potresti prenderli in considerazione…

          Cordialmente,
          Giuseppe

          1. ENNIO TAFURO

            Giuseppe, vorrei sapere se i gusti che ho percepito sono più o meno in linea, e se la tua preferenza per LAGAVULIN 16 rispetto ai “concorrenti” sulla stessa fascia di prezzo, tipo (Ardbeg 10, Caol Ila, Talisker, laphroaig etc., è dovuta ad un gusto personale, o ci sono alcune sfumature oggettive a determinare una votazione più alta.
            Ho notato anche che i Whisky “ambrati” hanno più corpo al gusto rispetto a quelli più chiari come Adberg. A cosa è dovuto questo?

            Grazie.
            Ennio

            1. Salve Ennio,
              i tuoi descrittori, benché semplici, sono a mio parere corretti. In realtà, come ti ho spiegato nella risposta precedente, non vi sono marcatori “oggettivamente percepibili”, salvo quelli più evidenti (es. fumo di torba nei whisky tobati :D): in base all’allenamento del proprio olfatto e del palato, nonché in base all’esperienza e al tipo di sensazioni avvertibili, vi saranno note leggermente differenti da persona a persona. Il recensore infatti esprime la propria opinione soggettiva, è impossibile in questo campo essere “oggettivi” nel senso stretto del termine. Io stesso, ho deciso di curare questo spazio web dopo aver accumulato una discreta esperienza personale (Degusto ormai da 14 anni circa, ed ho provato oltre 1000 espressioni, solo che a quel tempo non redigevo le note online…) La mia “preferenza” per il Lagavulin 16 rispetto agli altri prodotti da te citati risiede nell’elevato standard qualitativo del prodotto che, secondo me, è immutato nel tempo e, al contempo, è dovuta alla grande complessità del whisky in questione. Inoltre, è un whisky che non mi stanca mai e che annovero nella mia personale Top 10. Ovviamente, è sempre una mia opinione personale. Altri recensori, giusto per segnalarlo, accordano al Laga 16 comunque un voto non inferiore a 90 e generalmente tra 90-95. Il grande Michael Jackson, ad esempio, gli assegnò 95. Ho visto persino qualcuno dargli 100.
              Il colore, infine, non influenza il corpo e il gusto. A meno che non si tratti di Natural Colour, in cui il colore è quindi derivante dall’invecchiamento o dal tipo di botte impiegata (ex-Sherry tenderà a rilasciare colori più scuri, per intenderci, ex-bourbon tonalità più chiare), il colore ambrato può essere derivante anche dall’aggiunta del colorante E150 (caramello) che viene addizionato per dare l’idea di un maggiore invecchiamento. Nel caso di colore naturale, la botte ex-Sherry, per esempio, tenderà a rilasciare note di frutti rossi e frutta secca, mentre quella ex-bourbon molta vaniglia e frutta gialla. Ovviamente, è un discorso in linea generale: ogni prodotto è differente e ogni botte incide in modo diverso. Però è per dire che da una botte ex-Sherry first-fill, tenderò ad aspettarmi molti frutti rossi…Tuttavia, non è il colore in sé che incide, ma il tipo di botte impiegata, gli anni di invecchiamento e la maestria del distillatore.
              Che tipo di Ardbeg hai provato? Le espressioni sono tante, non mi hai specificato quale hai avuto modo di sperimentare.

              In definitiva, palato e olfatto hanno sempre una certa componente soggettiva. Con il tempo, quando sei allenato, tenderai a riscontare maggiormente i sentori enumerati dai vari recensori in rete. Però, se per dire nel Whisky X senti una nota di mango che magari non ha sentito nessuno degli altri, non vuol dire sia sbagliato. Semplicemente vorrà dire che il tuo olfatto o il tuo palato, in combinazione con il cervello, associano la percezione sentita a quel sentore.

              Ovviamente, alcuni prodotti presenteranno delle caratteristiche facilmente avvertibili da tutti mentre altre, più celate, saranno evidenti solo a coloro con maggiore esperienza degustativa o, almeno, con sufficiente pazienza. Chiunque può degustare il whisky, è questo il bello! Confrontarsi con altri aiuta poi a migliorare sé stessi. Indubbiamente, quando i tuoi marcatori vengono condivisi dalle persone che provano il medesimo prodotto, hai un’ulteriore riprova di abilità. Ad esempio, nel mio modesto caso, ho ricevuto diversi feedback da lettori e persone del settore in merito ad aromi o sapori riscontrati.

              Spero di essermi spiegato bene.
              Ad ogni modo, ti consiglio il testo di recente uscita “Degustare il Whisky” di Lew Bryson,pregno di consigli utili in merito al corretto approccio degustativo e di cui trovi una recensione nella sezione Libri del Sito.
              Buon Ferragosto!

  15. Ennio Tafuro

    Giuseppe, grazie per i tuoi consigli e per la risposta esaustiva.
    L’Ardbeg che ho provato, e’ il 10.
    Il colore e’ piu’ chiaro rispetto agli altri whisky di Islay ed al palato meno corposo come dicevo. Non so se anche per te e’ cosi’, ma in ogni caso mi e’ sembrato strano, in quanto Ardbeg Uigeadail come ho letto dalla tua recensione e’ piu’ scuro e presumo sia piu’ corposo.
    Non so se riesco a spiegarmi. Ti faccio un paragone estremo e forse non calzante, ma I whysky di cui ti ho parlato prima, hanno corpo tipo i bourbon, mentre Ardbeg10 tipo i Whisky basici tipo William Lawsons etc.
    Saluti
    Ennio

    1. Ciao Ennio, figurati, è un piacere! Il colore chiaro deriva, come ti ho spiegato precedentemente, dalla maturazione avvenuta in botti ex-bourbon. La corposità è un parametro che cambia soggettivamente da whisky a whisky, e dipende non solo dal tipo di botte impiegato, ma anche dall’invecchiamento, dalla gradazione e da quanto ha scaricato o meno la botte.

      Cordialmente,
      Giuseppe

  16. Alessandro

    Buongiorno, premetto che sono un neofita nel mondo del whisky, ma devo dire che questo distillato mi ha rapito fin dal primo sorso. Ho una particolare predilezione per i torbati e sicuramente proverò questo Lagavulin 16 y.o..
    Volevo chiederle se ci sono bottiglie meno commerciali e reperibili solo in scozia dato che ho un amico che andrà a quelle latitudine tra un mese e volevo farmi portare una bottiglia in Italia. Ovviamente sarebbe buona cosa far arrivare dello scotch che la grande distribuzione non fa arrivare in Italia, ma non saprei proprio cosa.. Come facia di prezzo direi intorno ai 100 Euro.
    LA ringrazio anticipatamente e le faccio, anche io come tanti, i complimenti per le sue recensioni e per come risponde ad ogni utente in maniera impeccabile.

    1. Buongiorno Alessandro,
      sicuramente in Scozia vi è vasta scelta di imbottigliamenti, ma i prezzi non sono sempre convenientissimi a causa delle accise sugli alcolici e del cambio con la sterlina. Se le è piaciuto il Lagavulin 16, potrebbe chiedere al Suo amico di portarle una bottiglia o due di Lagavulin 8 y.o., uscito per celebrare il bicentenario della distilleria. Ancora difficile da reperire in Italia, se non mediante aste online su eBay o siti similari che spediscono anche nel nostro Paese. Altrimenti, valida opzione sarebbero gli imbottigliamenti “Distillery Only”, ergo quelli disponibili unicamente presso le distillerie. Tuttavia, ciò implica che il Suo amico dovrebbe visitarne almeno una per reperirli.
      Ormai, gran parte degli imbottigliamenti sono reperibili in rete, eccettuati quelli della categoria che ho appena menzionato, i quali vengono spesso venduti a cifre folli da persone che hanno avuto modo di acquistarle presso lo shop delle distillerie.
      Ad esempio, laddove il suo amico andasse su Islay, potrebbe prendere il Lagavulin Feis Ile 2016 che in loco dovrebbe costare sui 150 euro. Da quanto ho sentito, ne vale assolutamente la pena ed inoltre è un 18 y.o. a grado pieno rilasciato in tiratura piuttosto limitata (6000 bottiglie). Altrimenti, anche un imbottigliamento indipendente più difficile da trovare in Italia, ma dipende dalla disponibilità in loco dei prodotti e dai Suoi gusti.

      Colgo l’occasione per ringraziarla dei complimenti, sperando che continui ad essere un mio lettore!
      Cordiali Saluti

  17. Paolo

    Buonasera e complimenti per il sito e per la ricchezza delle recensioni presenti.Sono un neofita in fatto di whisky anche se quando ho occasione mi piace assaggiarne di nuovi. Volevo chiedere una cosa che non mi é chiara,ho bevuto un paio di volte il Lagavulin 16 y qui ben recensito e sono stato colpito positivamente e lo ritengo un whisky con una buona qualita prezzo. Un po di tempo dopo ho provato un Lagavulin 12 y pero a pieno grado che mi sembra tra l’altro sia recensito anche qui. Ora vorrei sapere come mai la bottiglia a pieno grado costa piu del doppio pur avendo un invecchiamento inferiore? Solo per il fattobdi avere dei gradi in piu fa acquisire al whisky un grande valore aggiunto? Scusate la mia ingenuità pero mi piacerebbe capire questa peculiarità del pieno grado e se effettivamente valgono quei soldi in piu rispetti allo stesso prodotti ma piu commerciale. Grazie

    1. Buongiorno,
      in primo luogo, la ringrazio per il gentile commento e per i complimenti. Rispondendo alla sua domanda, il Lagavulin 12 è rilasciato annualmente in numero più limitato del Lagavulin 16. Sono due versioni completamente differenti e, benchè entrambe ottime, io ritengo che il 16 abbia maggiore complessità. Indubbiamente, grado pieno comporta un numero minore di bottiglie ottenute dal barile, ma non credo incida troppo. E’ principalmente una scelta di marketing, dato che il 16 è stato concepito per essere il mainstream della distilleria, mentre il 12 una release limitata, seppur con cadenza annuale.
      Non esiti a porre ulteriori quesiti, in caso le servissero ulteriori informazioni.
      Buona domenica!

      1. Paolo

        Grazie Giuseppe un altro quesito,secondo te é quindi preferibile e piu “affine all’originale”un distllato a pieno grado o anche la versione piu commercializzata non si scosta molto dalla chiamiamola ricetta originale? Infine ti chiedo anche un whisky come questo o altri distillati della stessa categoria a pieno grado vanno “leggermente”in una piccola percentuale annacquati o é preferibile berli lisci come sono dopo averli fatti respirare ed eventualmente con un bicchiere di acqua fredda a parte? Grazie ancora per le tue competenze.

        1. Caro Paolo, per me sono due espressioni distinte. Il Lagavulin 12 è a mio parere un ottimo imbottigliamento ma meno complesso del Lagavulin 16. Non è solo una questione di gradazione ma principalmente di maturazione. Ebbi modo di provare il 16 a grado pieno in distilleria e, per me, surclassa abbondantemente il 12. Già la versione standard a 43 gradi offre per me un complesso olfattivo e degustativo superiore rispetto al 12, dove si evince maggiormente la potenza che l’equilibrio, pur restando un validissimo whisky. Nei distillati a grado pieno, è sempre consigliabile provarli dapprima lisci e poi con una leggera diluizione con acqua, onde verificare l’eventuale sprigionarsi di ulteriori aromi e profumi che potrebbero essere coperti dall’alcol presente in maniera massiva. Il bicchiere d’acqua a parte è ugualmente consigliabile, per ripulire il palato prima della degustazione e anche dopo, laddove dovessi decidere di provare più espressioni nel corso della medesima occasione.
          Ciao e buona giornata!

          1. Paolo

            Grazie mille ancora giuseppe per concludere allora possiamo dire che il grado pieno non é necessariamente sinonimo di maggior qualita? Buona domenica,sei stato molto gentile e chiaro.

            1. La questione è dibattuta e soggettiva: personalmente ritengo che la qualità di un prodotto non si giudichi dal tenore alcolico, ma dalla gamma di sentori ed aromi sprigionati. Sono un grande estimatore del grado pieno (o Cask Strength) che, in molti casi, valorizza diversi prodotti ma, al contempo, ho avuto modo di provare espressioni in cui l’alcol era eccessivo e prevaricante, non esaltando ma anzi sminuendo il prodotto. Generalmente io amo un corpo più robusto, ma ciò che più mi interessa è la complessità dell’espressione che provo. Spero di averti fornito una spiegazione chiara del mio pensiero 🙂 Sostanzialmente, io valuto caso per caso, non lasciandomi “inibire” dal fatto che il grado sia standard o meno. Per fare l’esempio del Lagavulin, nonostante sia “solo” al 43%, lo reputo un superbo prodotto. Buona domenica a te!

              1. Paolo

                Grazie mille si sei stato molto chiaro..ho ancora molto da conoscere, provare e molto da assaggiare 😀 … buona serata

  18. Antonio

    Ti prende per mano accompagnandoti in un viaggio fantastico.
    È stato amore a prima vista,ora non bevo altro.
    Pura poesia.

  19. Emilio

    Buonasera, ho scoperto il suo sito solo ieri e me lo sto leggendo tutto con grande piacere scoprendo un mondo a me poco conosciuto e molto affascinante.
    Complimenti veramente per l’ottima qualità delle sue recensioni 🙂

    1. Gentile Emilio, la ringrazio per il suo gentile commento. Spero di continuare ad “aiutare” sempre persone come lei, che desiderano approcciarsi a questo mondo stupendamente intrigante! Un caro saluto 🙂

  20. Alessandro

    Descrizione Perfetta. Son stato a Giugno al Festival del Whisky ad Islay e ho girato quasi tutte le distillerie ( ovviamente le piu importanti ) . E ritrovo nelle sue parole, quello che ho provato assaggiando il Whisky in distilleria col Mastro!
    Bravissimo e continua cosi.

  21. Andrea

    Ciao,
    vorrei sapere se adesso lagavulin 16 arriva senza quel nastro di garanzia rosso e bianco che vedo in foto, sotto il sigillo verde scuro.
    L’ho appena ricevuto da amazon ma non è presente, vorrei essere sicuro che sia un prodotto originale prima di aprirlo, è possibile?
    Premetto che sono un neofita dello scotch e non sarei in grado di capirlo dall’assaggio.

    Grazie

    Ps COMPLIMENTI PER IL SITO!!
    Ciao!

    1. Ciao Andrea,
      normalmente il contrassegno posto sul tappo è sempre presente. In verità, non ricordo una bottiglia di Lagavulin 16 senza. Tuttavia, ho letto che recenti batch non lo riportano per scelte produttive. Le persone che hanno segnalato l’assenza del nastrino, hanno aggiunto che anche la confezione esterna sia leggermente diversa e più sottile di quella classica.
      Escludo si tratti di un falso, essendo un prodotto ampiamente reperibile e dal costo contenuto.

      Grazie per i complimenti e un caro saluto!

  22. Carmine

    Ho bevuto il laga in un bar che ha aperto la bottiglia da non più di 6 mesi (ha aperto di battenti da 6 mesi) ed il sapore a primo impatto era strabiliante. Convinto ho acquistato la bottiglia, però sono rimasto molto deluso dalle connotazioni alcoliche e torba troppo forti.

    Premetto che al bar l’ho bevuto in un bicchiere da whisky con fondo e bocca larga, a casa in un glencairn.

    Consigli? Ho la bottiglia, non voglio buttarla, anzi, me la voglio godere.

    1. Ciao, scusami in primo luogo per il ritardo nella risposta ma il filtro antispam aveva erroneamente bloccato il tuo commento. Mi sembra strano quanto riportato, probabilmente non eri abituato ai sentori del Lagavulin 16 proveniente da bottiglia nuova. La scelta del bicchiere è corretta, la prossima volta fallo ossigenare un po’ nel bicchiere prima di berlo, dovrebbe soddisfare le tue aspettative. Non so come fosse il livello della bottiglia del bar, considera che man mano che il distillato cala e la bottiglia si riempie d’ossigeno, può capitare un calo dei sentori, anche se il Lagavulin tende a mantenere sempre una notevole intensità. A meno che la bottiglia non sia mal conservata o aperta da tantissimo tempo e con solo 10 cl residui…:)
      Grazie per il commento.

  23. Roberto

    Questo è il mio whisky preferito. Sto provando a capire quale sia un altro whisky con questo spessore qualitativo e con similari caratteristiche gustative potrei prendere spendendo un po meno ma mi sa’ che è una ricerca impossibile. Il lagavulin 16 e’ il monolite di riferimento nel mio percorso sui torbati. Mi hanno detto di provare il Caol Ila 12 se voglio trovare un whisky similare. Proverò. Ma so che tornerò al lagavulin aspettando qualche prezzo offerta. Evviva il mondo dei whisky, così diversi tra loro.

    E complimenti per le magnifiche recensioni, si vede tutta l’esperienza e la passione

    1. Ciao Roberto, credo sia il preferito di molti. Anch’io non mi stanco mai di berlo, è praticamente il mio “daily dram”. Caol Ila ha uno stile differente ma generalmente piace a chi ama Lagavulin, essendo comunque un interessante esempio di ottimo malto di Islay. Ovviamente si, ogni whisky ha la propria individualità, anche questo è parte del divertimento e del piacere derivante dalla scoperta.
      Grazie per i complimenti, spero tornerai a trovarmi.
      Un caro saluto!

  24. Oscar

    Fantastico davvero, grazie per le info. Ultimamente sto assaggiando dei jap, il nikka Yoichi mi ha incantato, mi piacerebbe una tua recensione

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