Appena rientrato dalla seconda edizione del Whisky Revolution Festival di Castelfranco Veneto, eccomi per parlarvi di quello che, personalmente, è stato uno dei momenti più belli dell’evento: un tasting collettivo tenuto da me, congiuntamente agli amici di Whisky Facile (l’inossidabile duo Jacopo e Giacomo) e Dolcemente Whisky (il nostro farmacista, Sebastiano!). L’idea, sperimentata per la prima volta, era di unire i whisky blogger per una degustazione “a blog unificati” che, differentemente dai classici tasting, avesse il pubblico come protagonista.
Infatti, le note che leggerete sono frutto di una condivisione collettiva, indi il giusto termine “Collective Tasting”. Grazie alla disponibilità di Diageo, Velier, Puni ed Hunter Laing, abbiamo potuto presentare ben 5 imbottigliamenti, divisi tra “vecchie glorie” quali lo Yoichi e il Talisker 25 years old e novità assolute comprendenti Scarabus, Cooper Dog e l’ultimo rilascio dell’italianissima PUNI.

Protagonisti assoluti, più che noi blogger, sono stati i partecipanti che ringrazio doverosamente anche in questa sede.
Il buon Giacomo si è offerto volontario come scriba, raccogliendo tutti gli spunti degustativi emersi. Senza ulteriori indugi, eccoveli:
Copper Dog (2019, OB, 40%)
Il nuovo blended malt di Diageo, attacca molto morbido ed è subito preponderante la pera Williams, a dire della sua gioventù. Burro e miele, brioches, vaniglia. Ripropone al palato il cereale, la pera e il miele assieme a un’acidità limonosa che dà freschezza. Finale medio corto, ma conserva una piacevolezza di bevuta. Missione compiuta!
Yoichi (OB, 45%)
Il Nas della distilleria più a Nord del Giappone arriva per secondo. Rotondo ed educato, dal pubblico suggeriscono suggestioni floreali di fiori bianchi. Torba in punta di piedi, con una leggera marinità. Dal pubblico un eroe: salsa di soia! Arriva anche un po’ di frutta: buccia di mela rossa e marmellata di albicocca, pesca e ananas matura. Al palato dimostra personalità, corpo pieno con tanta frutta gialla, un poco di torba e sapidità andante. Dicono alga e noi scriviamo come umili scrivani. Finale abbastanza lungo e viene pure proposto un abbinamento territoriale col sashimi.
Puni Aura (2019, OB, 56,2%)
2 anni in ex bourbon e 4 in botti ex Islay. Solo 393 bottiglie. Tutti concordano sulle note medicinali, cenere ma anche una dolcezza tipo caramello, butterscotch e ciliegie. Spezie; a qualcuno ricorda una grappa barricata, anche se forse costui è già ubriachissimo. Epifania di pastiera coi canditi! Dopo mezz’ora affiora zuppa inglese. Alcol ben integrato anche se al palato si fa sentire la pungenza alcolica. Piccantino sul peperoncino. Aggiungiamo acqua e si sprigiona la frutta rossa. Ancora amarene, mela rossa, mandarino.
Talisker 25 yo (2018, OB, 45,8%)
La nota tipica di pepe è smussata dal quarto di secolo, con una bella morbidezza di legno. Note pazzesche di cera, fieno. Oscilla tra la frutta e la pasticceria, una bella torta alle fragole. Prugna. Marmellate varie. In bocca il corpo è pieno e subentrano liquirizia, tabacco a testimoniare della presenza dei barili. Ancora frutta scura, burro, pasta frolla appena sporcati da un filo di torba e di brezza marina. Comunque lo spirito indomito di Talisker resiste, solo si è vestito elegante per l’occasione.

Scarabus (2019, Hunter Laing, 46%)
Single malt non dichiarato di Islay. Torba, torba, torba e poi arriva una nota agrumata di chinotto. Non è esente di spigoli, tra ferro e sentori di officina, di carrozzeria (what?!). Ci parla della sua gioventù, un peat monster beverino, quindi un ossimoro vivente. Zucca al forno e dattero. Il pubblico va in delirio e urla soppressa cotta con l’aceto. Al palato ha un picco di sapore ferroso, piccante, di bacon, di caramello. Poi cade placido. Un peat monster gentile, si diceva.
“Ragazzi è stato bello, è stato impegnativo, ma grazie per tutte le impressioni e gli slanci, ci avete dimostrato che i whisky e le persone che lo amano sanno essere Facili, Raffinati e Dolci!”
Questo, il saluto dei Facili. Condivido appieno e aggiungo che momenti come questi sono, a mio parere, la vera essenza della convivialità che solo distillati come il Whisky sanno offrire. Colgo l’occasione per ringraziare l’organizzazione del Festival che ha reso possibile un’impresa non facile come questa. Alla prossima!